La Stampa 23.02.2010

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view post Posted on 28/2/2010, 18:56
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Dal quotidiano "La Stampa" di Martedì 23 Febbraio 2010

"Alé Calais" di Guerrieri, in scena
il calcio fa ancora sognare


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MARIA GIULIA MINETTI
L’inizio, esilarante, è una grande metafora che sembra invece un’autentica, travolgente sagra della primavera. Alé Calais, l’atto unico di Osvaldo Guerrieri (dopo l’esordio milanese, sarà a Torino dal 2 marzo, alla Cavallerizza), si apre con i tormenti del vento gelido che senza requie percuote e sferza i calaisiani. Ma un bel giorno, finalmente, ecco un refolo più gentile soffiare per le strade, ecco uno zefiro riportare il bel tempo, ecco il cielo aprirsi, il sole spandere calore e luce, la gente indugiare per le strade, sorridere, fare crocchi, affacciarsi alle finestre. Passata è l’uggiosa invernata, ma non di meteorologia si tratta. L’inverno dello scontento di Calais, cittadina declassata a cittaduzza dacché il tunnel sotto la Manica le ha portato via il traffico di traghetti per l’Inghilterra, è fugato dal tepore della speranza, dal calore dell’emozione. Settimana dopo settimana, i calaisiani seguono sbigottiti e entusiasti la cavalcata impossibile della loro squadretta di calcio, un gruppo di dilettanti guidato da un dilettante che sta sconfiggendo a uno a uno gli squadroni del football francese e si avvia a disputare la finale della Coppa di Francia, forse a vincerla!

Accadde davvero nel 2000, e fu una di quelle avventure che diventano leggenda. Guerrieri la venne a sapere sei anni dopo, da un amico regista e consulente dell’editore siciliano Flaccovio. «Perché non ci scrivi sopra un racconto?», gli chiese lui. «Una bella idea - ricorda Guerrieri - ma non sapevo e non so nulla di calcio. Alla fine mi è venuto in mente di prendere l’episodio di sbieco, di raccontarlo attraverso gli occhi della città». Ma il racconto sarebbe rimasto chiuso nel piccolo libro che Flaccovio pubblicò l’anno dopo senza l’entusiasmo della regista Emanuela Giordano che si mise in mente di portarlo in palcoscenico. Ha avuto perfettamente ragione, perché la storia è scritta per essere narrata a viva voce, cresce come la cronaca di una partita, anche se la partita vera e propria - l’ultima partita, quella fatale, quella combattuta per la Coppa contro il Nantes nello stadio di Parigi - arriva solo alla fine. La cronaca è cronaca di popolo, le voci degli abitanti di Calais e la voce di un narratore, che potrebbe essere un giornalista incaricato di star dietro alla storia, di intervistare protagonisti e tifosi, soffiare sul fuoco e scovare sempre nuovi episodi di innamoramento collettivo.

Adesso quella voce polifonica appartiene, in scena, alla giovane attrice Marianella Bargilli, moglie e partner di Beppe Gleijeses, per la prima volta da sola davanti al pubblico. Fresca, allegra, trascinante, è già ben più che una promessa. La gloria e la speranza di una città intera scendono «a caldo» sugli spettatori e l’avventura del Calais diventa l’avventura che tutti sogniamo di sognare, comunque vada a finire. (Fonte http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezion...52519girata.asp)

Milano, Franco Parenti, fino al 28
Dal 2 marzo, Torino, Cavallerizza
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