La Provincia di Lecco 22.01.2009

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view post Posted on 26/1/2009, 00:58
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Da "La Provincia di Lecco" di Giovedì, 22 Gennaio 2009 (Pagina 40)

Il giuoco delle parti incanta con un fascino un po' retrò
Uno spettacolo elegante che ha convinto il pubblico

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LECCO Marianella Bargilli è sottile, seduttiva, superficiale e capricciosa nel ruolo di Silia. La protagonista femminile de «Il giuoco delle parti» di Luigi Pirandello, al Sociale per la Stagione di prosa, vive in preda alla noia e al languore, rimpiangendo una libertà che non le appartiene interamente, essendo una gentile concessione del marito.
Lui, Leone Gala, interpretato da Geppy Gleijeses con un perfetto understatement da snob, ironico e spietato, ha lasciato campo libero alla moglie e all'amante di lei, Guido Venanzi (Luciano Roman), per ritirarsi fra libri e stoviglie a meditare sul senso della vita, sui suoi dolori e su come difendersi, «facendo il vuoto» dentro, secondo la metafora del guscio d'uovo forato con lo spillo.
Non che prima fosse diverso. Racconta infatti di essersi «lasciato sposare» dalla moglie, che non ritiene evidentemente alla sua altezza. Che da sempre si è esercitato nel vivere al coperto, lasciando scorrere su di sé ogni insulto, ogni offesa, ogni dolore. Così è perfettamente conseguente che accolga con una fragorosa risata la notizia che il suo rifiuto di battersi in duello, con il gentiluomo che ha offeso la moglie, lo avrebbe ?squalificato? agli occhi della società. «Che qualità volete che abbia, cosa ho da perdere?» Toccherà all'amante lavare l'offesa e lo farà offrendo la vita.
Così vanno le cose in un mondo dominato da convenzioni e obblighi, formale fino alla paranoia, piccolo borghese. Che assegna a ognuno la propria parte, costringendolo a vedere se stesso come lo vedono gli altri, ad adeguarsi a quell'immagine anche se non la riconosce. Chiaro che un battitore libero come Leone Gala spariglia le carte. Eppure anche lui, a suo giudizio, interpreta un ruolo, che ritiene legittimo, all'interno della società.
Con una prima parte dominata da enunciati filosofici tesi a giustificare il seguito del dramma, ma dosati con parsimonia, senza calcare particolarmente la mano, «Il giuoco delle parti» dello Stabile di Calabria con la regia di Egisto Marcucci e Elisabetta Courir, è uno spettacolo elegante, raffinato, essenziale.
Un cambio di scena a metà ci porta dal salotto di lei, rosso fuoco, come una casa d'appuntamenti, tutto specchi, con il pavimento coperto di petali di rose, alla casa di lui, di un bianco accecante, essenziale, spartana addirittura: due tavoli, uno per cucinare l'altro pieno ingombro di libri. Qui si discetta dell'amato Bergson mentre la signora medita sul modo di liberarsi del marito che la costringe, anche se assente, a fare i conti con la propria sudditanza.
L'eleganza della messinscena trova riscontro emblematico nell'eleganza di lei. Non c'è alcun dubbio che il pubblico del Sociale sia stato particolarmente colpito da Marianella Bargilli e dalle sue mise. Da quel frusciante vestito di seta dell'inizio, che si sfila ammiccante alla fine del primo atto, al cappotto e all'abito rosso fuoco con tanto di cappello sugli occhi, che contrasta come una ferita aperta nella cucina del marito, al verde cupo dell'abito ?da duello? dell'ultima scena, accolto con un mormorio di sorpresa in sala. È anche su questo che si gioca lo spettacolo. Un modo per renderlo attuale (il testo è del 1918), offrendo allo spettatore l'icona dell'eterno femminino e, quasi per contrasto, il gusto retrò di un linguaggio ormai fuori corso. Una storia nel solco di Pirandello, tra molte verità, convenzioni sociali che trasmettono immagini spesso false, o comunque distorte, di quella che può essere una realtà che finisce per essere sempre inafferrabile. Questo è il «Giuoco delle parti» che ognuno di noi è costretto a interpretare.
Claudio Scaccabarozzi

Edited by BLUEDOLPHINS - 26/1/2009, 10:49
 
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Focus61
view post Posted on 26/1/2009, 09:56




UUUUUUUUUUUUUUUAUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU KE BELLA KRITIKA! :clap: :clap:
 
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jonnistecchino
view post Posted on 30/1/2009, 20:41




La recensione non fa che confermare quello che ho sempre pensato: non basta recitare in teatro (come fanno ormai quasi tutti gli artisti Tv, cantanti compresi) per definirsi attore, ma come lo si fa. E Marianella è si un'attrice con la A maiuscola.
 
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Focus61
view post Posted on 31/1/2009, 20:29




Si Mariiii è 1 ATTRICE tutto in maiuscolo
 
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3 replies since 26/1/2009, 00:58   168 views
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