Dal quotidiano "La Stampa" di Sabato 26 Luglio 2008Marianella Bargilli: "Scusate se vengo dal reality"
Marianella Bargilli
«Dirigo il Festival teatrale di Ponza ma non rinnego il Grande Fratello»SIMONETTA ROBIONY - ROMA - A dirigere il neonato festival teatrale di Ponza sull’isola da oggi al 3 agosto, per le strade, sulle spiagge ma soprattutto a villa Le Tortore, è stata chiamata dalla regione Lazio Marianella Bargilli, una ex del Grande Fratello, arrivata quasi in finale nella terza edizione condotta da Barbara D’Urso. Effetto perverso della popolarità televisiva? Ennesimo premio all’improvvisazione con tanto di riconoscimento sul campo? I soliti favoritismi dovuti all’impazzare della politica-spettacolo? Pare proprio di no. E comunque Marianella Bargilli, toscana, 37 anni, una che è diventata attrice professionista nel 2004 ma che prima aveva già fatto spettacoli di strada, fotografia, danza, la modella, il Dams e quant’altro, nega. «Io il Grande Fratello l’ho vissuto come una delle infinite possibilità di sperimentare l’universo dello spettacolo che è quello che mi interessa. Niente di più».
Mai pensato che stare in tv davanti a milioni di persone avrebbe potuto favorire la sua carriera?
«No. Quando scelgo seguo il mio istinto animalesco. Confesso, però, che non so se poi, alla fine, sia più razionale di quanto mi piacerebbe essere».
Cosa ha imparato da quella esperienza?
«Sui libri avevo già studiato il fenomeno della dilatazione del tempo teatrale, ma con il Grande Fratello l’ho provato personalmente».
Lo spettatore trova singolare che una persona colta e preparata possa accettare di stare tanto tempo chiusa in una casa sotto l’occhio della telecamera.
«Invece c’è del buono. Per esempio, io che mi son sempre fatta carico della mia famiglia, le sorelle, mia madre, per una volta ho potuto pensare solo a me e sono stata contenta».
Che altro ha scoperto?
«Che i veri artefici del Grande Fratello non sono i ragazzi della casa, ma gli autori che li hanno scelti: il copione su ciò che devono dire o fare non esiste, ma le dinamiche di gruppo si sviluppano con precisione, in base alla selezione precedente».
Possibile che la sua carriera non abbia avuto nessun vantaggio da quel bagno di popolarità lungo tre mesi?
«Nessuno. La mia fortuna è che non mi abbia danneggiato. L’ambiente del teatro è lontanissimo, eppure non ho mai ricevuto critiche negative o sfottenti per avervi partecipato. E’ già un successo».
Lei è compagna di vita e di lavoro di Geppy Gleijeses che ha conosciuto nel Pigmalione di Bernard Shaw. Cosa ricorda di quella esperienza?
«E' stato come imparare a camminare! Eliza è un personaggio unico per un'attrice: ricco di carattere, di sfumature, in continua evoluzione, ogni sera quindi era una scoperta. Da Geppy ho imparato moltissimo ma si impara sempre in scena. Adesso sono in attesa di misurarmi con Il giuoco delle parti diretta da Egisto Marcucci. La tournée è la mia vita, una passione. Non mi ha mai spaventato, anzi sono felice di tutto quello che accade».
E il suo «Ponza in Festival» come sarà?
«L’ho immaginato come una festa per grandi e piccoli, capace di coinvolgere tanto i vacanzieri come quelli che a Ponza vivono e lavorano. Lo faccio partire per le strade con il teatro Tascabile di Bergamo capace di giochi acrobatici e chiudere sulla spiaggia di Sant’Antonio dopo un concerto di Ludovico Einaudi con gli artisti di un circo. In mezzo il gruppo di Mitipretese con testi di Pirandello adattati da Camilleri, il teatro Verde con Tra le nuvole, i Gank e lo Stabile di Genova con Polvere alla polvere, Alessandro Benvenuti con Capodiavolo, Elisabetta Pozzi con Sorelle di sangue. Ma il mio sogno sarebbe immaginare qualcosa per l’isola d’Elba dove, da brava toscana, ho fatto vacanze bellissime».
Niente televisione nel suo futuro?
«Potrà sembrare una assurdità, ma andare in televisione mi imbarazza. Non riesco a essere naturale davanti alla telecamera, mentre in teatro mi sento perfettamente a mio agio. Tanto davanti al pubblico come dietro le quinte». (Fonte
La Stampa)
