Maremma News 10.03.2008

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view post Posted on 10/3/2008, 10:48
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Dal sito "MaremmanewsTv" di Lunedì 10 Marzo 2008


Gleijeses e l'eredità di De Filippo agli Industri di Grosseto

image di David Franchi - Grosseto: Al Teatro degli Industri di Grosseto grande successo per lo spettacolo “Io, l’erede” andato in scena il 7 marzo scorso.
Guidata dall’attore Geppy Gleijeses la compagnia del Teatro Stabile di Calabria/Teatro Franco Parenti, mette in scena una delle opere più complesse di Eduardo De Filippo con la partecipazione di Marianella Bargilli, Milvia Marigliano, Umberto Bellissimo, Gabriella Franchini, Ferruccio Ferrante, Valentina Tonelli, Antonio Ferrante, Margherita Di Rauso, per la regia di Andrèe Ruth Shammah.
Lo spettacolo è stato preceduto da una presentazione (a ingresso libero) nel pomeriggio nel Ridotto del Teatro degli Industri, dove gli attori della compagnia hanno incontrato il pubblico e la stampa. L’incontro entra nell'ottica, ormai seguita da tempo, di far interagire il territorio con chi lo spettacolo lo porta sul palcoscenico, un “faccia a faccia” pubblico- artisti, che soddisfi le curiosità e le esigenze di chi ha interesse a capire come nasce un evento teatrale.
Si tratta di una commedia ispirata a un fatto autobiografico accaduto a Eduardo scritta in napoletano nel 1942, e riscritta in lingua nel 1968, come spiega l'attore principale Geppy Gleijeses: “E' l'ultimo testo della Cantata dei Giorni Pari di Eduardo, cosiddetta perché erano i giorni che andavano tutti pari, tutto bene, in cui c'era spensieratezza. Magari si moriva di fame, però i De Filippo si divertivano, affrontavano i primi grandi successi. Poi si preannuncia il ciclo delle opere maggiori di Eduardo. La Cantata dei Giorni Dispari sono i giorni in cui si pensa di più. I giorni sono dispari, è tutto più difficile, in cui si rimane soli, in cui si litiga, in cui c'è un'evoluzione della propria vita, in cui affronti tutti temi a cui prima non avevi pensato. Ed è la Cantata dei Giorni Pari che inizia nel '43/'44 che comprende proprio i grandi capolavori Questi Fantasmi, Napoli Milionaria, Filumena Marturano... L'ultima opera “Io, l'erede” della Cantata dei Giorni Pari, devo dire già a cavallo con quella dei Giorni Dispari. E' un'opera strana, in cui c'è un curiosissimo personaggio che viene da fuori, un uomo del mare, che ha vissuto da contrabbandiere, un uomo che era stato abbandonato dal padre da piccolo, che viene a sapere della morte del padre. Questo padre era stato adottato da una famiglia per 37 anni, dove in questa famiglia aveva fatto il consigliori, aveva fatto l'istitutore dei ragazzi, dei figli, lo spasso e il divertimento di tutti. E ad un certo punto il figlio capita nella città proprio durante i funerali del padre. Si informa che fine aveva fatto il padre e scopre che il padre era stato adottato da questa famiglia per 37 anni. Si presenta a questi signori e gli dice - mio padre per colpa vostra, per merito vostro, non ha potuto lavorare, non ha sviluppato il suo talento, ma è stato presso di voi a lavorare senza essere pagato, senza alcuna retribuzione. Io quale suo legittimo figlio sono suo legittimo erede, vi ho ereditati - Si piazza in casa e non si muove più. Fino a che poi non rimarrà altro che un cumulo di macerie sia morali che mentali e lui deciderà di rimanere là, di seguire anche lui quel destino, non abbandonerà le macerie di quella famiglia”.
Lo spettacolo si apre, infatti, sulla commemorazione funebre di Prospero Ribera. La famiglia Selciano, è riunita per ricordare il caro estinto che da loro è stato ospitato per tanti anni. Durante la commemorazione, bussa alla porta il figlio del defunto, Ludovico, il quale reclama per sé il posto del padre. Nonostante un certo sconcerto e imbarazzo, nessuno dei Selciano riesce a contrapporre valide argomentazioni alle richieste di Ludovico.
Un paradosso con il quale inizia lo spettacolo, da cui poi si passa alla vita quotidiana, che invece riserva delle sorprese al povero ospite, perché non è solo il buon cuore ad aver spinto la famiglia Selciano ad ospitare per tanti anni una persona in casa.
La regia di Andrée Ruth Shammah sviluppa la vicenda accentuando i lati comici di un esplosivo divertimento che da l'avvio a un meccanismo di fatti e personaggi di aspra buffoneria, portando in primo piano la figura di Ludovico Ribera che, con la coerenza del suo comportamento, smaschera il “buonismo” ipocrita di cui i Selciano sono emblema.
E' una rilettura intelligente che trasfroma i personaggi in delle vere e proprie marionette, evidenziandone i lati automatici, aumentandone la caratterizzazione fino all’eccesso, pur mantenendo un forte legame con il testo, con un risultato che è straordinario.
Dalla morte di Eduardo De Filippo sono state moltissime le messe in scena delle sue opere. Ogni volta che si affronta Eduardo si ha a che fare comunque con la ingombrante presenza dell'autore e interprete ancora viva nell’immaginario collettivo. “Io, l’erede” è forse l'opera meno conosciuta di Eduardo, soprattutto perchè da lui poco rappresentata e non tramandata ai posteri da edizioni televisive, che ha avuto poco successo: “E' un testo un po' strano – conferma Geppy Gleijeses - ambiguo e affascinantissimo, un testo di straordinaria bellezza. Un testo molto difficile che non ha mai avuto un particolare successo e con noi ha avuto un successo straordinario. Questo è il terzo anno che lo facciamo, un grande successo. E ora siamo felicemente in Maremma al Teatro degli Industri di Grosseto. L'anno scorso abbiamo fatto 50.000 spettatori. Ma nel corso degli anni sono di più. Sono 190 repliche finora. Finiremo a 220 repliche e in totale saranno 150.000 spettatori circa. Perlomeno, quindi è veramente un grandissimo successo”.
Ottima le prove attoriali di tutto il cast a cominciare da Geppy Gleijeses, il protagonista Prospero Ribera, che fu istradato al teatro proprio da Eduardo stesso, qui in un personaggio del tutto calzante al suo spirito interpretativo, ma che è inserito in gruppo di lavoro eccezionale, dal bravo Umberto Bellissimo, a Marianella Bargilli (ex Grande Fratello qui in veste più seria). Perfetta anche la prestazione degli altri interpreti, tutti impegnati in una buona prova individuale che la regista riesce a mescolare in una pietanza dal gusto eccellente. (Fonte MaremmanewsTv)
 
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