Il Piccolo 14.01.2008

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view post Posted on 18/1/2008, 12:20
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Da "Il Piccolo" di Lunedì, 14 Gennaio 2008 (Pag. 12 - Cultura & Spettacoli)


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Intrighi alla Hitchcock nel «Delitto perfetto» da mercoledì a Trieste

TRIESTE La stagione di prosa dello Stabile regionale riparte nel 2008 da «Delitto perfetto:» un classico della suspense portato alla celebrità dall'omonimo film di Alfred Hitchcock e restituito ora al palcoscenico da Geppy Gleijeses e da un'ottima compagnia che sarà in scena al Politeama Rossetti da mercoledì fino a domenica. Esiste il delitto perfetto? Il quesito rimbalza costantemente dalle pagine dei più acuti giallisti, ai film, alle colonne della quotidiana cronaca nera... Se da un lato appare ormai difficile compiere alcunché senza lasciare traccia - un'impronta, una parola, un piccolo indizio possono fornire una chiave anche al rebus più misterioso - dall'altro, quante sono le storie oscure irrisolte, le malefatte rimaste impunite, i colpevoli mai identificati? Angosciante incubo sociale, ma contemporaneamente «sfida» da cui è difficile - almeno come osservatori - non farsi coinvolgere, il «delitto perfetto» è ora oggetto dell'attenzione di Gleijeses, regista e interprete impegnato a restituire il testo all'originaria dimensione del palcoscenico. Divenuto materia per il bellissimo film di Alfred Hitchcock, vero genio del thriller, il soggetto di «Delitto perfetto» nasce infatti, in realtà, in forma di commedia, dalle mani di un sapiente scrittore inglese, Frederick Knott. Autore di gialli «long run», come «Gli occhi della notte» (che tutti ricorderanno al cinema interpretato da una toccante Audrey Hebpurn, ma che ha avuto anche un'ottima edizione teatrale con protagonista addirittura Quentin Tarantino) Knott è erroneamente poco rappresentato in Italia: ben venga, dunque, l'operazione di Gleijeses che ripropone questo amato giallo tenendo conto sia dell'ottima macchina teatrale costruita da Knott, sia dell'insuperabile lezione sulla suspance del grande Hitchcock. «L'arte di creare suspense - spiegava Truffaut, a proposito dell'opera del regista inglese - è quella di mettere il pubblico nell'azione facendolo partecipare al film. Lo spettacolo, allora, non è più un gioco che si fa a due (il regista e il suo film), ma a tre (il regista, il suo film e il pubblico) e la suspence, come i sassi bianchi di Pollicino o la passeggiata di Cappuccetto Rosso, diventa un mezzo poetico, perché il suo obiettivo è quello di farci battere più forte il cuore». Come sottolinea Gleijeses nelle note di regia, la suspense rappresenta allora «il piacere della paura» che permette al pubblico - già conscio della verità - di osservare i personaggi compiere le loro peripezie, e quindi di giocare per una volta «ad essere Dio. Se la conduzione del gioco sarà stata da parte nostra corretta, l'adrenalina e l'intelligenza del pubblico subiranno sollecitazioni da montagne russe». Gli interpreti di questa edizione teatrale si dicono molto impegnati ad ottenere tali effetti: oltre a Glejeses (Tony Wendice) ammireremo l'eleganza di Stefano Santospago (Max Hallday), l'interpretazione di Marianella Bargilli (Margot Wendice), l'exploit teatrale di Raffaele Pisu (Ispettore Hubbard), e il bell'apporto di Massimo Cimaglia (Capitano Lesgate) e Mario Orlandini (Thompson) tutti impegnati in una recitazione stile "understatement", che fonde eleganza a tensione, chiacchiericci borghesi a giochi al massacro. La traduzione del testo è stata curata da Masolino D'Amico. La scenografia di Lorenzo Ghiglia (creatore anche dei costumi) evoca gabbie che stringono i protagonisti e scale alla Escher. Le musiche dello spettacolo sono di Matteo D'Amico, e luci di Luigi Ascione, la produzione è firmata dal Teatro Stabile di Calabria. (Fonte IlPiccolo)
 
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