Intervista a Geppy Gleijeses

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view post Posted on 24/8/2007, 17:23
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Da "Il Mattino" di Giovedì, 23 Agosto 2007

GEPPY GLEIJESES
«Io, tra San Francesco e Hitchcock»

L’attore curerà un evento dedicato al santo il 25 settembre in piazza del Plebiscito. A dicembre in teatro proporrà «Delitto perfetto»

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Eugenio Spagnuolo «Le cinque rose di Jennifer» di Ruccello e ora «Delitto perfetto» di Hitchcock. Dopo essersi calato in uno dei capisaldi della moderna drammaturgia napoletana, iscritta nel suo dna, Geppy Gleijeses cambia registro. E per l’anno prossimo prepara un nuovo allestimento del testo di Knott da cui nel 1954 il re del giallo trasse uno dei suoi capolavori. Lo spettacolo, che arriverà a dicembre al Teatro Delle Palme, vede protagonisti oltre lo stesso Gleijeses, Marianella Bargigli e Stefano Santospago. «Per chi fa teatro mettersi in discussione è fondamentale. E a me passare per ruoli così diversi continua a dare un senso di ebbrezza irrinunciabile», spiega l’attore e regista partenopeo. Come mai ha scelto «Delitto perfetto» di Knott/Hitchcock? «In effetti ho già interpretato questo testo l’anno scorso, ma quest’anno ci saranno delle novità, come l’arrivo di Stefano Santospago che ricopre il ruolo dell’amante. È un giallo psicologico in cui il pubblico sa tutto, mentre i protagonisti in scena paiono essere ignari di ciò che accade. La storia è interessante perché è un triangolo amoroso che si risolve attraverso un assassinio». Ma è stato difficile portare in teatro un testo diretto dal grande Hitchcock al cinema? «È teatro, ma anche un’operazione sul cinema. Per creare tensione nello spettatore ho lavorato su diversi piani d’ascolto, cercando di mostrare la scena come se si trovasse dietro le quinte del delitto, zoomando su alcuni particolari che non dovrebbero vedersi». Il giallo teatrale in Italia è una rarità. In Inghilterra, invece, gli spettacoli ispirati ai racconti di Agatha Christie resistono in scena anni. Come mai? «È vero, ma recentemente il genere giallo o noir, almeno per ciò che riguarda la letteratura - penso ad Ammaniti, Camilleri e altri - è stato riscoperto». Napoli ha ottenuto di essere sede del Festival del teatro per tre anni. È una bella occasione per la città. Cosa ne pensa? «Da napoletano sono orgoglioso che il festival sia stato assegnato alla mia città. Detto ciò, bisogna vedere che cosa sarà. Se ne faranno una semplice rassegna di spettacoli, potrebbe essere meno interessante. Se invece diventa l’occasione per creare una sinergia di tutti i teatranti napoletani, ad esempio producendo uno spettacolo assieme, potrebbe trasformarsi in una gran cosa. Oggi siamo portati a stare ognuno nella sua compagnia. E in genere, purtroppo, queste operazioni sono appannaggio sempre di pochi. Invece bisognerebbe interpellare registi e attori perché propongano delle idee. Mi pare che non sia stato fatto». Progetti? «Il 25 settembre porterò in piazza del Plebiscito “Francesco e il re”, uno spettacolo con Ugo Pagliai, Paola Gassman e Philippe Leroy sulla vera storia dell’incontro tra Francesco di Paola e Luigi XI di Francia. È un grande evento dedicato a San Francesco di Paola di cui curo la regia con il mio teatro di Calabria. Si vedrà a Napoli, poi a Reggio e a Paola. È un testo bellissimo di Vincenzo Ziccarelli, trent’anni fa lo interpretò Gazzolo». Ma il cinema non la tenta? «Ci so pensando. L’idea è di fare un film tratto da “Ragazze sole con qualche esperienza” di Moscato che ho già portato a teatro, io dovrei curare la regia». (Fonte IlMattino)
 
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view post Posted on 24/8/2007, 19:09
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CITAZIONE
Ma il cinema non la tenta? «Ci so pensando. L’idea è di fare un film tratto da “Ragazze sole con qualche esperienza” di Moscato che ho già portato a teatro, io dovrei curare la regia».

Personalmente ne sarei felice. "Ragazze sole con qualche esperienza", è per me l'inzio di innumerevoli e piacevolissimi ricordi , ma a parte i sentimenti personali che mi legano allo spettacolo, trovo sia una piéce divertente, ma al tempo stesso con il giusto spessore e credo che il cinema esalterebbe quest'ambivalenza intrattenendo gli spettatori in una "piacevole altalena emotiva".
 
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