Dibattito sulla televisione ed il teatro, (Provocazione: I reality sono teatro?)

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view post Posted on 30/5/2007, 09:30
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MARIANELLA BARGILLI OFFICIAL FORUM ©

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imageE’ cronaca di questi giorni . la TV olandese BNN lancia un reality dal titolo “ de grote Donorshow “ ( Il grande donatore show ).

Una giovane malata terminale con l’aiuto del pubblico da casa dovrà decidere in un drammatico e perverso gioco a quale dei tre contendenti ( che ovviamente necessitano di trapianto ) donare un proprio rene.

La parola teatro deriva dal greco théatron che significa luogo dello spettacolo .
Il teatro è un evento spettacolare dal vivo realizzato utilizzando varie discipline , ma dai tempi di Aristotele ad oggi il termine ha subito varie interpretazioni .

Attualmente , in estrema sintesi potremo oggi dire che il teatro è quell’evento che si verifica ogniqualvolta ci sia una relazione tra almeno un attore, che agisca dal vivo in uno spazio scenico, ed uno spettatore che dal vivo ne segua le azioni.

Ed ecco la provocazione : i reality sono teatro ?(Fonte Teatrorg)
 
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view post Posted on 7/6/2007, 10:58
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Trovando che questo articolo abbia un certo filo consequenziale con il precedente lo inserisco qui... a voi trarre le opportune riflessioni.


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Il mondo del management degli attori è sul piede di guerra: "Basta alle incursioni dei fuoriusciti dai reality al cinema o non manderemo più alcun attore delle nostre agenzie. Avere a che fare con queste persone prive di talento è un insulto.."
Prima o poi doveva succedere. Non era possibile che qualcuno non alzasse la voce di fronte a questo continuo e inesorabile travaso reality- mondo del cinema. Ovvero, che il sempre più massiccio esodo dei fuoriusciti da reality nelle produzioni non solo televisivie ma anche cinematografiche passasse sotto silenzio e non urtasse la sensibilità altrui. In particolare, dei veri professionisti del settore.

Perché diciamo la verità, a fronte di qualche rara sorpresa, si tratta per lo più di persone di dubbio e scarso talento, che vive di popolarità riflessa, ma che spesso finisce per fare le scarpe e passare davanti a chi ha invece studiato e fatto la vera gavetta.

image L’ultimo in ordine di tempo è Jonathan (Gf4) che ha preso parte all'ultimo film dei Vanzina. Ma prima di lui ce ne sono stati molto altri. Il più baciato dalla fortuna è stato senza dubbio Luca Argentero, che dal set di Carabinieri, ricettacolo di vari personaggi televisivi in odore di notorietà cinematografica, è rimbalzato prima tra le braccia di CristinaComencini ( A casa nostra) e poi nell’ambita corte di "sua maestà" Ferzan Ozpetek, sogno proibito di quasi tutti i giovani attori italiani. E mentre molti si stanno ancora chiedendo se il bel torinese sia realmente bravo o piuttosto una sòla (nel film di Ozpetek, Saturno Contro, esibiva sì e no un paio di espressioni, ma qualcuno potrebbe replicare “lo richiedeva il personaggio…") lui si è aggiudicato il ruolo di coprotagonista, a fianco di Violante Placido, nel nuovo film di Capellini, Lezioni di Cioccolato.

Ci aveva provato pure Pietro Taricone, vincitore morale della prima edizione del Grande Fratello, con Radio west prima e un piccolo ruolo in Ricordati di me, poi. Fortuna che da ragazzo sensato qual è, ha preso alla lettera chi, vedendo la sua interpretazione, gli consigliò di "darsi all’ippica": ora "o ‘guerriero" gestisce una fattoria con tanto di cavalli fuori Roma e al massimo fa da giurato nei reality rurali di Mediaset ( Un, due, tre.. stalla). image

E che dire di Laura Torrisi, la mora toscana - e alquanto insignificante - del Gf 6, che dovrebbe intepretare un ruolo da protagonista nel nuovo film di Leonardo Pieraccioni, La sposa bellissima?

Inutile dire che se dal cinema si passa alla televisione la lista si allunga notevolmente: da Marina La Rosa, ex Carabinieri e ora riciclata al teatro, a Flavio Montrucchio, divenuto attore di punta di Cento Vetrine. E poi ancora Filippo, cacciato dalla casa per aver bestemmiato e subito assoldato dalle Iene; Mascia, oggi mamma, ieri inviata di Lucignolo, Serena Garitta, dalla Vita in diretta approdata anche a lei a Lucignolo, Eleonora Daniele, conduttrice di Uno mattina e a breve di Miss Italia nel Mondo a fianco di Massimo Giletti. Fino a Catrina Davies, la bionda americana che, per chi non l’avesse riconosciuta, sculetta tra le sondaggine di Colorado Cafè. Tralasciando, ovviamente, la corte dei miracol(at)i di Buona Domenica.

E per chi non ce la facesse né al cinema, né in tv, resta la carta della politica. Come ha fatto Angela "la rossa" Sozio. Che, uscita dalla Casa di Cinecittà, è entrata direttamente in quella di Arcore, in qualità (dice lei) di attivista di Forza Italia.

Ma si sa, la televisione è un mare magno in cui tutti, talentuosi e meno, possono ritagliarsi un proprio spazio e le raccomandazioni e i favoritismi la fanno da padrone. Come Vallettopoli insegna. Mentre per il cinema è un po' diverso: lì talento, scuola e studio "dovrebbero" avere la precedenza. Ovvio quindi che la promozione tout court, in virtù di non si sa bene quale lasciapassare, dei reduci da reality ad attori di prima linea, dà maggiormente nell'occhio.

Ma basta ricordare quel che andava dicendo Taricone qualche tempo fa nelle interviste: «Gli effetti del reality durano anni. Ancora oggi frequento ristoranti gratuitamente, accedo tranquillamente ai privè delle discoteche, dove conosco ragazze bellissime, e non faccio provini. Vantaggi che a chiunque farebbero comodo». Come dargli torto? (Libero News)
 
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ildabella
view post Posted on 24/6/2007, 09:44




Certo, perché rinunciare a questi vantaggi?

Il guaio è che adesso anche persone che un po' di talento ce l'hanno, se vogliono avere un po' di visibilita e una possibilità in più di fare il lavoro che amano, devono buttarsi sul Reality.
E' uno schifo, secondo me. Il Reality è una specie di arena gladiatoria dove ci si scanna per arrivare primi, senza esclusione di colpi, facendo leva sulle vibrazioni più basse della gente comune, che apprezza queste cose solo perché volutamente tenuta nell'ignoranza culturale.

Questo è il male che affligge il mondo dello spettacolo.
E' un discorso ampissimo, che rischia di cadere nel qualunquismo, ma contro la verità e l'evidenza c'è poco da fare e ancor meno da dire.

Il pubblico italiano trova normale che la televisione pulluli di ragazze raccomandate e svestite il cui unico talento è magari solo un bel visetto o un bel fondoschiena; di persone che fanno quello che non sanno fare, tipo cantare o ballare ( ci ricordiamo tutti della Lecciso, anche lei reduce da un Reality); di persone che occupano ore e ore di servizio pubblico per imporre allo spettatore discussioni, litigate e volgarità a non finire...

Il pubblico italiano lo trova normale.
Accende la TV e sta lì a cibarsi tutto passivamente. Perché?

Abbiamo assistito ad un progressivo imbarbarimento del panorama culturale.
Chi ha più di 40 anni si ricorda una TV in bianco e nero,magari piena di censure, ma che ti offriva spettacoli di livello culturale altissimo!
Gli sceneggiati di AntonGiulio Majano per esempio, la cui regia oggi troveremmo di stile obsoleto ma che allora era quanto di meglio si potesse trovare! Quegli sceneggiati erano il compendio della letteratura italiana e mondiale, ed educava la gente, la arricchiva culturalmente.
C'erano le riduzioni televisive di opere teatrali le cui prime edizioni andavano addirittura in diretta!!! Era come avere il teatro in casa! E bisognava essere bravi sul serio per recitare in diretta!!!
Ricordo una strepitosa Sarah Ferrati, una delle colonne del teatro italiano, in una magnifica edizione de "La visita della vecchia signora" di Durrenmatt ( splendida opera che consiglio a tutti di andare a vedere se vi capita!) Avevo 9 anni e credo sia stata la visione di quel programma televisivo che mi ha fatto cominciare ad amare il teatro!
C'erano i fratelli De Filippo, c'erano attori magnifici come Vannucchi, Gassmann, Bosetti, Stoppa, Morelli, Buazzelli, Cervi... e un milione di altri, tutti, e dico, TUTTI di talento incredibile, di bravura a volte inarrivabile...

Ora abbiamo i reduci dei Reality.
Ora abbiamo la televisione piena di culi, di tette, di teste vuote.
"Il pubblico vuole questo!" dicono gli addetti ai lavori...
Io non lo credo.
Credo che ci sia una precisa volontà di tenere la gente nell'ignoranza.
Un popolo ignorante non pensa.
Un popolo che non pensa si manovra meglio.

La cultura, quella vera, è fatta di opere che fanno pensare.

E noi non dobbiamo pensare.
Dobbiamo comprare.

Ecco perché gli ultimi governi ( di destra, di sinistra, di centro... non c'è differenza) hanno progressivamente tagliato i fondi destinati alla cultura. Ci sono magnifici teatri che rischiano di chiudere.
A Roma, il famoso Brancaccio, tempo fa l'indipendente Vittoria, il conosciutissimo Salone Margherita ( Il Bagaglino).
E' sempre più difficile trovare fondi per produrre spettacoli teatrali con la scusa che la gente non ci va. La gente non sa nemmeno cos'è un teatro a volte.
Nessuno glielo dice... nessuno dice loro che cosa magnifica sia!
Il teatro è una palestra di vita.
Ogni storia ha una storia, un insegnamento, uno scopo.
E' emozione, partecipazione, introspezione.
E' un mezzo educativo di altissimo livello.
Il teatro è... bellissimo... BELLISSIMO.

La dovremmo smettere di tollerare la mediocrità.
Andare in TV deve essere un premio alla bravura e al talento, non una vetrina di teste vuote.

Non mi va di essere trattata da cretina. I Reality sono cretini, mi insegnano solo valori scadenti.
W il teatro!

Forse sono un po' eccessiva, ma i Reality sono cibo da polli...
Io sono un'aquila.

Pensiamoci. Dovremmo sentirci tutti meritevoli di qualcosa di meglio.
E allora andiamo a Teatro, ma vedere la gente brava, che sa quel che fa, che sta sul palcoscenico perchè ha talento.
Guardiamo la televisione, ma quando trasmette programmi di valore, tipo "Buona la Prima" che fa divertire mostrando cosa sia l'improvvisazione, o gli sceneggiati tipo "Maria Montessori" con quel mostro di bravura della Cortellesi, o "Don Di Liegro" col bravissimo Scarpati, gente che sa recitare, che ti sa commuovere fino alle lacrime!
Andiamo al Cinema ma a vedere film di spessore.
Pretendiamo il meglio!

Insomma, non facciamoci prendere in giro, non accettiamo passivamente tutto quello che ci propinano. Possiamo scegliere. Facciamolo.

Chiedo venia per lo sfogo e scusate se mi ripeto: W il teatro!




 
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view post Posted on 24/6/2007, 10:10
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Ciao Ilda,
premetto che hai espresso molto bene (e con che fervore! ;)) anche il mio parere, mi trovi concorde.

La televisione di oggi andrebbe riveduta e corretta, non solo per ciò che riguarda i reality, ma a livello generale.
E' sempre più difficile scovare un programmi con seri temi culturali, o che facciano ridere senza cadere nel volgare o ancora che risultino semplicemente della "Buona televisione".

Tempo fa leggevo che ci sono sempre meno autori televisivi e che spesso, quelli giovani non sono all'altezza dei grandi nomi del passato.
Non so se sia per questo che ci sono sempre meno idee nuove, ma l'abbondanza di format riciclati, rimodernati e copiati nei nostri palinsesti è davvero imbarazzante.
In questo modo se un programma funziona lo si usa all'infinito come aspettarsi poi che rimanga intatta la freschezza iniziale?
E' come lavare all'infinito la stessa maglia e pretendere che la fibra resti inalterata, senza calcolare l'usura del tempo, eventuali mutamenti e/o imprevisti e così via.

Trovo sbagliato il concetto generale secondo la quale le persone di talento debbano buttarsi sul reality per sopravvivere, secondo me il reality serve (ma sarebbe meglio dire serviva, ora per conto mio ha perso anche questa valenza) alle persone di talento per emergere da una televisione che non lascia spazio ai giovani, ma recicla personaggi visti e rivisti in nome di una teoria volta al "massimo profitto con poca spesa", o peggio per colpa delle raccomandazioni e dell'audience.

Ed è sempre per questo motivo che vengono usati mezzucci come litigate, gente svestita o finti colpi di scena che sono in realtà specchietti per le allodole, utilizzati semplicemente per attrarre il pubblico catalizzandone l'attenzione grazie alla finta "suspance da soap opera" (come io la definisco).

E' anche vero che c'è gente disposta a tutto pur di restare sulla cresta dell'onda (con il ritorno economico che ne consegue) e che quindi spesso viene spolpata fino all'osso generando, nel migliore dei casi, una serie di caricature di sè stessi, ma questo abuso generalizzato del vendersi e rivendersi oltre che un cattivo insegnamento è erba cattiva difficile da estirpare.

E' così non si fa che aggravare il livello del nostro già basso panorama televisivo, ma sono convinta che il modo per fare della buona televisione, se si volesse, si troverebbe.

Basta dare uno sguardo ai canali satellitari ci si rende conto subito che il salto qualitativo (il più delle volte, ahimè non sempre!) è notevole.

Credo un buon inizio sarebbe quello di concedere al pubblico italiano il diritto di poter scegliere con palinsesti diversificati, flessibili e più ricchi non solo di contenuti, ma anche di temi differenti.

In verità sarebbe anche ora che la gente alzasse lo sguardo oltre la televisione e riscoprisse il cinema (di qualità!), il teatro (di qualità!), e si abituasse all'idea che non sempre sono il cinema ed il teatro ad entrare nelle case degli italiani, ma sono gli italiani che devono entrare nell'atmosfera del cinema e del teatro.
(No, dico, vogliamo parlare dell'effetto che si prova entrando in un teatro?) :wub:

Se la gente è tenuta nell'ignoranza culturale della televisione commerciale, sono le stesse persone a macchiarsi di una mancata ribellione, troppo spesso si dimentica l'importanza di poter scegliere. Senza pensare che la scelta poi sarebbe in realtà più semplice del previsto: basta un buon libro, un film o uno spettacolo teatrale di qualità.

Credo che tutto ciò quindi debba partire da noi, se cominciassimo a richiedere una televisione differente, molti palinsesti cambierebbero e ci sarebbero meno "programmi tappabuco" (come quelli che vanno in onda nei periodi estivi, ma non solo!).

Forse a questo punto anche l'informazione sulle proposte culturali comincerebbe a circolare maggiormente. Spesso il pubblico televisivo giace nel limbo dell'ignoranza proprio perchè non sa, non conosce e non s'informa.

Quante volte ci è capitato di sapere di un dato spettacolo a teatro solo dopo che quest'ultimo è stato portato in scena? Le campagne pubblicitarie spesso per la mancanza d'introiti non vengono svolte come dovrebbero essere pubblicizzati tali eventi e si finisce quindi in un circolo vizioso di errata (o addirittura assente!) informazione.

In passato si guardava alla cultura per stabilire l'importanza di un popolo, ora in nome del commercio e del progresso (mi domando quale progresso) si ritiene che l'istruzione al di fuori dell'ambito scolastico (ma anche al suo interno!) sia un bene superfluo e così nell'era della tecnologia e dell'informazione per paradosso i fondi destinati al teatro, al cinema, ai musei ed alla cultura in generale vengono repressi.

Tutto questo perchè si compie l'errore di ritenere che la cultura sia un "bene di lusso", ed è in questo concetto che ritengo ci sia l'errore più grande del nostro tempo, la cultura non è un valore aggiunto, ma anzi è "IL VALORE" per eccellenza.

Per questi motivi mi unisco al tuo appello: VIVA LA CULTURA, VIVA IL TEATRO. (Ricordando a tutti di scegliere d'essere meno polli, ma anzi più aquile)

Edited by BLUEDOLPHINS - 25/6/2007, 15:25
 
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FENICEROSSA
view post Posted on 6/7/2007, 11:25




Avete detto tutto voi.Non che non abbia nulla da aggiungere, l' avete detto al posto mio..Ilda, ti ricordi lo sceneggiato tv " E le stelle stanno a guardare'"....?
Il tuo fervore e' anche il mio.
Grazie ad entrambe
 
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view post Posted on 31/7/2007, 14:04
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Grazie anche a te per aver letto ;)
 
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FENICEROSSA
icon1  view post Posted on 31/7/2007, 16:41




CITAZIONE (BLUEDOLPHINS @ 31/7/2007, 15:04)
Grazie anche a te per aver letto ;)

Figurati, sai che mi piace tutto cio' che e' stimolante al confronto
 
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view post Posted on 31/7/2007, 17:03
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E' di pochi giorni fa questa notizia, che in qualche modo fa pensare...

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"Tv scadente? Colpa vostra"

Il pubblico finisce nel mirino del Garante delle Comunicazioni Corrado Calabrò che spara a zero sull'audience, ma anche e soprattutto sui pubblicitari e i reality

ROMA - Il Garante delle Comunicazioni Corrado Calabrò si è tolto oggi qualche sassolino dalla scarpa. Durante il suo intervento per la presentazione al Parlamento della sua Relazione annuale ha duramente attaccato il perverso meccanismo che lega gli investimenti pubblicitari ai programmi a discapito della qualità. Una presa di posizione eclatante, senza mezze misure, che fa il paio con la "tv deficiente", un'espressione coniata da Franca Ciampi qualche tempo fa. Il vero obbiettivo di Calabrò è però un altro: Sky ha ormai superato superato gli introiti del canone Rai (2 mld di euro contro 1,5 di canone)e si appresta a superare l'azienda pubblica e Mediaset per quanto riguarda i ricavi. Insomma urge un riassetto del sistema televisivo che anche la Ue sollecita.

Ma intanto Calabrò ha messo il dito nella piaga riproponendo lo stretto rapporto che lega la pubblicità alla fattura e proposta dei programmi. «Alla pervasività della televisione - ha detto - non corrisponde la sua qualità che è andata sempre più scadendo per il presupposto, falso se guardiamo al di là dell'effimero, che quanto più si abbassa il livello di una trasmissione tanto più si allarga il target degli spettatori». Ma non è tutto. L'inseguimento degli ascolti genera un circolo perverso che Calabrò non gradisce affatto: «È all'audience, all'audience soltanto che guardano i pubblicitari. E i bambini se ne stanno per ore sul divano a guardare la televisione bevendo bibite e sgranocchiando merendine, patate, biscotti, bersagliati dalla pubblicità che ne stimola in modo accattivante il desiderio di mangiare». Nel mirino, oltre ai "persuasori occulti", anche i tanto discussi reality show: «Per parecchi la televisione rappresenta una forma di validazione della realtà. Per non pochi è la vera realtà., sostitutiva a quella vissuta, come dimostra il successo dei reality show che sono la caricatura della realtà».

Dopo aver messo in evidenza che dal 2006 i consumatori godono di una flessione delle tariffe dei servizi di telecomunicazioni. Calabrò ha insistito sulla necessità di investire nella banda larga: «Col 14,5% di diffusione della banda larga l'Italia è molto indietro, non solo ai Paesi del G7, ma anche a quelli più progrediti dell'Unione Europea. La crescita nel 2006 (25%) è stata modesta. Oggi gli utenti a banda larga in Italia sono 9 milioni contro i 14 in Francia. (LiberoNews)
 
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view post Posted on 30/8/2007, 09:58
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Dapporto, il vate che sfrutta la tv a suo piacimento

image Se un tempo c’era il poeta vate, sacerdote assoluto della verità, carico di un fascinoso alone di sacralità, ora ci sono i mostri sacri del teatro - quale Massimo Dapporto può annoverarsi - che guardano dall’alto in basso la tv.
Finché se lo possono permettere, direte voi, che ben venga che ci degnino di uno sguardo. Ma il sottoscritto continua a criticare l’approccio dell’attore in questione verso il suo ingaggio in Distretto di Polizia, che da austero si sta facendo astioso.
Il sospetto che Dapporto ci stia facendo a tutti un favore conferma le perplessità qui manifestate e riprese dallo stesso Sorrisi e Canzoni Tv (che abbiano tratto ispirazione da un nostro post e i suoi relativi commenti?).
Fatto sta che l’attore in questione aveva già dichiarato a Il Giornale la propria riluttanza ad entrare nel cast:

“Infatti non mi andrebbe tanto. Pensi che io Distretto di Polizia non volevo neanche farlo: mi hanno tirato per la giacca, hanno insistito. Pietro Valsecchi, il produttore della serie, mi ha messo simpaticamente alle corde. Fosse per me, insomma, mi dedicherei solo al teatro, al massimo ai film tv in due puntate. Ma il mio agente mi ha convinto ad accettare, perché il ritorno in termini di popolarità è straordinario e mi serve per riempire i palcoscenici di tutta Italia. Detto questo, non sono pentito della scelta”.

Della serie, se mi permette di guadagnare per fare le mie cose, tanto vale farmelo piacere.
Ma per risollevare le sorti della nostra tv, ora che richiamano in prima linea veterani come la Goggi, non ci vorrebbe un atto d’amore da parte dei professionisti di una volta?

Perché tutto questo snobismo? Perché sparare a zero sempre sugli stessi argomenti?
Così si crea una distanza col pubblico che, necessariamente, arriva a identificarsi con i meno ingrati e più calorosi reduci dai reality, prevedibilmente massacrati da Dapporto su Sorrisi:

“Vedo tante fiction in cui i protagonisti parlano ma non si capisce niente: sussurrano, vanno sul soffiato. Vengono dal Grande Fratello, attori improvvisati. Oggi ci si limita a fare dei fotoromanzi con il sonoro. Quelli che vanno in onda verso l’ora di pranzo. Le soap opera, tipo Vivere e Centovetrine, fatte da attori che un tempo si sarebbero fermati ai fotoromanzi di Bolero perché c’era il buon gusto di farli stare zitti. Che i giovani si chiedano se io sarò all’altezza o meno, non mi fa perdere il sonno. Pensare di essere messo in discussione come interprete di Distretto mi fa proprio sorridere”.

Fermo restando l’encomiabilità della campagna contro il nullatalento, e rinnovando il plauso a Dapporto per la sua interpretazione in Falcone, lo invitiamo a un pizzico di umiltà in più perché di questi tempi ce n’è tanto bisogno.
E, soprattutto, dovrebbe rinfrescare la sua carriera seriale, visto che Il Commissario e Ciao Professore, due delle sue più recenti fiction, sono andate maluccio e Casa Famiglia, il seguito di Un Prete tra noi, lasciava piuttosto a desiderare sia negli ascolti che in qualità (perchè va detto che le sceneggiature e le interpretazioni dei prodotti in cui ha lavorato spesso rasentavano il manierismo).
Ricordiamo tutti con affetto il buon vecchio Amico mio e ci auguriamo che per Dapporto non sia stato l’ennesimo compromesso per il raggiungimento dei suoi scopi, visto che a suo dire la televisione è un mezzo anziché un fine e gli riesce ancora più difficile riconoscersi in quella attuale (pur dominata egregiamente da altri bravi attori come Gigi Proietti, Flavio Insinna, Beppe Fiorello e Lorenzo Flaherty).
Considerato che sta approdando in una “fiction di guerra”, la classica corazzata da mandare in campo nella sfida dei palinsesti autunnali, farebbe bene già ad entrare nella parte, senza recriminazioni prima del tempo.
Altrimenti il conflitto di interessi tra arte e cachet rischierà di trasformarlo nel D’Annunzio dei tempi moderni, maestro sublime complice della società di massa. (Fonte TvBlog)
 
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view post Posted on 20/9/2007, 18:00
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"Bisogna moralizzare lo spettacolo"
Appello di Mike Bongiorno
''Dobbiamo impegnarci tutti e promuovere una campagna di moralizzazione: non è giusto che persone coinvolte in scandali vengano esaltate in tv come nuovi modelli di riferimento. Si tratta di false celebrità da allontanare dal panorama televisivo''. L'appello arriva da Mike Bongiorno al timone di Miss Italia. E a chi gli ha chiesto se il riferimento era a Fabrizio Corona, ha risposto: ''Lui non è il solo e tra l'altro la sua posizione deve ancora essere chiarita''.

Ma, ha aggiunto ''dobbiamo insistere affinché siano la gavetta e il talento a regnare in tv''. Fiorello, che alcune indiscrezioni volevano presente a Salsomaggiore Terme, non ci sarà. ''Gliel'ho proposto, ma è impegnato con i suoi spettacoli in giro per l'Italia, altrimenti sarebbe venuto'', ha spiegato Bongiorno. Mancava ancora il nome del presidente della giuria della seconda serata e si è saputo che è quello di Max Biaggi. (Fonte TgCom)
 
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view post Posted on 1/10/2007, 14:03
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Paolo Bonolis: "Difendiamo chi fa la vera Tv"

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ciao darwin bonolis laurenti

Paolo Bonolis ha ormai una sua precisa e caustica (di)visione della tv:

“C’è chi fa la tv e chi invece sta in tv. Chi sta in tv ha ogni interesse a tener tutto congelato, a non lasciar germogliare nessun’idea. Altrimenti gli tocca confrontarsi”.

In un’intervista rilasciata a La Gazzetta del Mezzogiorno non si tira ancora una volta indietro, come al solito quando lo si pizzica. Senza rancori, ma anche senza sconti per nessuno.
Per lui, ad esempio, Raffaella Carrà è una che ci ha sempre messo del suo, come Fabio Fazio che gli sembra sempre stimolante e Panariello che si è inventato l’one man show con cui aprire la strada a Fiorello:

“Magari Giorgio non s’è accorto di aver consumato la corda, ma resta bravissimo. Come tutti quelli che ci mettono la faccia e le idee, che rischiano di loro”.

Su Pippo Baudo, invece, Bonolis avrebbe qualche dubbio. Non che non lo reputi un fior fior di professionista, visto che ha fatto la tv, ma adesso per i suoi gusti ha un po’ troppo l’aria di quello che dice: il pallone è mio e decido io le squadre e che gioco si gioca.

“Non so perchè, ma con me Baudo ha sempre problemi di gestione di se stesso. Io mi sono chiamato fuori, stavo a casa a vedere il suo festival e lui ha detto nell’ordine che ero un morto, che avevo fatto sciacallaggio sul rientro della salma di Calipari, che non avevo lanciato un nome che fosse uno. A parte che l’unico nome della musica italiana degli ultimi tempi sono i Negramaro che vengono dal mio Sanremo, vorrei capire cosa avessi fatto per meritare questo”.

Il conduttore preannuncia dunque la sua disponibilità a rifare Sanremo, sempre che Baudo sia altrettanto disponibile a staccarsene un giorno. In realtà, si dice pronto a riparlarne non prima del giugno 2008, quando scadrà il suo contratto con Mediaset.
Da lì in poi conferma che lavorerà a progetti. Sempre che gli consentano di fare qualcosa di nuovo rispetto a Ciao Darwin. (Fonte TvBlog)
 
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view post Posted on 16/10/2007, 09:33
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I senza-arte-né-parte

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Quelli che un mestiere non ce l'hanno ma campano lo stesso (e pure bene). Avete presente Paris Hilton? Lei è la regina, noi c'abbiamo Rosaria Cannavò

Perché non sembri che ce l'abbiamo su con Buona Domenica diciamo subito che nella lista nera compaiono anche nomi che col carrozzone di Canale 5 non hanno niente a che fare. L'idea di metterli in fila c'è venuta dopo aver capito che Rosaria Cannavò è l'ultima delle prescelte di Paola Perego, sempre coerente a un principio di fondo. Se sono "bone", non sanno fare un granché e possono vantare almeno un gossippone sono fatte per Buona Domenica. Così la Cannavò (degna di nota per aver passato un paio di mesi a Madrid in qualità di fidanzata ufficiale di Antonio Cassano per poi piantarlo al primo guaio e tornare in Italia per fare la contadina a Un, due, tre... stalla e ricomparsa nelle cronache rosa per la sua appassionata liason con Christian Panucci), la Cannavò da qualche domenica sculetta all'unisono con Elisabetta Gregoracie Sara Varone.

Già, la Varone. Quella che un mestiere ce l'avrebbe, la psicologa, e che invece dopo aver rimpiazzato la Ferilli al fianco di Andrea Perone ne fa un altro. Quale? Provare a fare qualcosa, senza impegno. La differenza tra la Varone e Paris Hilton, la regina delle "senza-arte-né-parte"? Che la seconda non ci prova nemmeno a inventarsi un mestiere. Appare, si smutanda, si ubriaca, si fidanza... e scompare. Con lei fa il paio un'altra divina del gossip: Victoria Adams in Beckham. Chi glielo fa fare a rimettersi a cantare se basta uno starnuto per finire sulle copertine di mezzo mondo?

Tornando a noi. Se non sei la Toffanin e non puoi permetterti di trasformarti in un niente da Letterina a signora del sabato pomeriggio Mediaset, se non sei Melita Toniolo (le foto)e non hai i centimetri e la faccia tosta per spogliarti in mezzo alla strada, se non sei Francesco Coco e quando non riesci più a prendere una palla te ne vai all'Isola dei famosi, se non se Lory Del Santo e hai qualcosa da raccontare per riempire addirittura un libro, se non sei Stefania Orlandoe Ricucci s'invaghisce della tua esuberanza, se non hai la parlantina di Raffaello Tonon e riesci ad accaparrarti l'etichetta di opinionista... che fai? Sculetti a Buona Domenica. Che male c'è? (Libero News)
 
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